Come le installazioni con raccordo a T sono tornate ad essere la prima scelta

Le installazioni con raccordo a T non hanno mai perso il loro status di regola tecnica generalmente riconosciuta. Tuttavia, più di 10 anni fa, sono state ampiamente soppiantate dalle installazioni in serie o da quelle ad anello con ugelli Venturi, soprattutto nelle strutture dedicate alla sanità. A torto, come oggi ben sappiamo e come conferma anche un'attuale analisi comparativa dei vari tipi di installazione.

Le inversioni di marcia sono talvolta particolarmente difficili. Quelle a U di 180° lo sono ancora di più. Proprio un'inversione di questo tipo è in atto da circa 3 anni nel settore della disposizione delle tubature e sta prendendo sempre più piede. Una delle ragioni è la seguente: da oltre 10 anni abbiamo più problemi di Legionella nell'acqua potabile fredda (PWC) che nell'acqua potabile calda (PWH). I motivi sono noti: nel tempo gli involucri edilizi sono diventati sempre più stretti; parallelamente a ciò, però, le installazioni sono diventate sempre più complesse e, a parità di numero di utenti, dispongono di un numero sempre più elevato di punti di prelievo. È quindi giunto il momento di fermarsi e analizzare la situazione. Cosa è inevitabile e cosa invece è un problema che ci siamo creati da soli? Per rispondere a questa domanda: il settore sta tornando alle sue origini e sta progettando prevalentemente installazioni con raccordo a T, anche nelle strutture dedicate alla sanità. In questo modo, i punti di prelievo raramente utilizzati ma inevitabili vengono integrati mediante installazioni in serie o ad anello.

Nuove conoscenze e la norma tedesca sull'acqua potabile impongono un ripensamento

Dal § 8 della norma tedesca sull'acqua potabile del 2001, il “punto di conformità” ai requisiti è “... all'uscita dei punti di prelievo utilizzati per prelevare acqua destinata al consumo umano”. Oggi, questa affermazione si trova nel § 10 della norma tedesca sull'acqua potabile del 2023. Questo semplice requisito ha conseguenze di vasta portata per i gestori.

Ad eccezione del parametro „Legionella spec.“, il controllo della qualità dell'acqua deve ora essere effettuato anche presso i punti di prelievo (e non presso le stazioni di risciacquo). In conformità alla norma tedesca sull'acqua potabile, i campioni di acqua possono essere prelevati attraverso specialivalvole di prelievo campioni solo in caso di analisi sistemiche per Legionella spec.

Questo significa che è necessario un ricambio dell'acqua presso tutti i punti di prelievo al fine di garantire il mantenimento della qualità dell'acqua. I punti di prelievo non utilizzati rappresentano un rischio per l'igiene dell'acqua potabile, in quanto costituiscono un tubo morto igienicamente inaccettabile. Questo tubo morto si estende inevitabilmente dal gomito a pressare fino all'uscita da un punto di prelievo, anche nelle installazioni in serie e in quelle ad anello.

Le seguenti tabelle illustrano il problema: nella mensa scolastica campionata, nonostante un volume di risciacquo di 300 m³ in due settimane solo attraverso le stazioni di risciacquo, la conta delle colonie è risultata eccessiva nei punti di prelievo e l'autorizzazione è stata negata.

Elenco dei valori limite: la norma tedesca sull'acqua potabile

Parametro Unità Risultato Valore limite Temperatura °C 12,8 Conta delle colonie (22 °C) UFC/ml > 300 100 Conta delle colonie (36 °C) UFC/ml > 300 100 Batteri coliformi MPN/100 ml 0 0 Escherichia coli MPN/100 ml 0 0 Enterococchi UFC/100 ml 0 0 Pseudomonas aeruginosa UFC/100 ml 0 0

Valutazione: nel campione analizzato, i parametri Conta delle colonie (22 °C) e Conta delle colonie (36 °C) hanno superato i rispettivi valori limite riportati nella norma tedesca sull'acqua potabile. Gli altri parametri analizzati non sono risultati problematici.

Fonte: Peter Arens

Solo il ricambio dell'acqua richiesto a livello normativo effettuato in ogni punto di prelievo ha portato a risultati perfetti e quindi al buon esito del collaudo dell'impianto:

Parametro Unità Risultato Valore limite Temperatura °C 12,7 Conta delle colonie (22 °C) UFC/ml 12,0 100 Conta delle colonie (36 °C) UFC/ml 10,0 100 Batteri coliformi MPN/100 ml 0 0 Escherichia coli MPN/100 ml 0 0 Enterococchi UFC/100 ml 0 0 Pseudomonas aeruginosa UFC/100 ml 0 0

Valutazione: relativamente ai parametri analizzati, la qualità del campione soddisfa i requisiti della norma sull'acqua potabile.

Fonte: Peter Arens

Sulla base di quanto appena esposto, sempre più progettisti e installatori specializzati si chiedono perché ricorrere a disposizioni di tubature costose e talvolta quasi incontrollabili dal punto di vista idraulico, se non si riesce comunque a risolvere il problema dei tubi morti dal gomito a pressare fino all'uscita dai punti di prelievo nonostante l'impiego di stazioni di risciacquo.

Le installazioni con raccordo a T come regola tecnica generalmente riconosciuta

Le installazioni con raccordo a T non hanno mai perso il loro status di “regola tecnica generalmente riconosciuta”, anche se a volte in vari articoli specializzati è stato riportato il contrario. Un'occhiata alle normative e alla pratica di installazione è sufficiente a confermare tale affermazione. I progettisti e gli installatori specializzati hanno sempre apprezzato questo tipo di disposizione delle tubature, con percorsi di flusso chiari, bassi volumi d'acqua, basse perdite di pressione e, soprattutto, superfici ridotte. Infatti, le superfici più piccole non solo riducono al minimo l'area di insediamento dei batteri, ma assorbono anche meno calore (PWC) e rilasciano meno calore (PWH). Sono quindi una delle misure passive più importanti per proteggere l'acqua potabile fredda dal riscaldamento e quindi da un'eccessiva proliferazione dei batteri della Legionella. Inoltre, il ricircolo di acqua potabile andrebbe evitato il più possibile nelle contropareti e fino a ciascun punto di prelievo. Anche quest'ultimo è stato un errore che ha portato a rubinetti caldi e altamente contaminati. Il ricircolo dell'acqua potabile calda nelle contropareti rappresenta un rischio non contemplato dalla normativa e fondamentalmente evitabile per il riscaldamento dell'acqua fredda e delle rubinetterie. Tale rischio può essere evitato in modo sicuro grazie alla “regola dei 3 litri al massimo”, tuttora valida, e senza eccessivi interventi strutturali (DVGW W 551 e DIN 1988-200). Ad esempio, 10 metri di tubo avente un diametro di 15 mm contengono solo un volume di 1,5 litri e possono essere gestiti in modo igienico e sicuro con una rubinetteria da 4,2 l/min.


Conclusione

Per motivi igienici, vale la pena di riconsiderare le tipologie di installazione apparentemente consolidate. L'integrazione dei punti di prelievo raramente utilizzati, ma inevitabili, mediante installazioni in serie o ad anello, dovrebbe essere effettuata anche in futuro, ma sempre con criterio.

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